Il
ghiacciaio artificiale è una sorta di “cono di ghiaccio nel deserto”. Il
riscaldamento globale, sviluppatosi nel corso del XX secolo e tutt’ora in corso,
ha diretto l’attenzione dei media verso i progetti che tentano di contrastare questo
fenomeno. L’ingegnere originario della regione indiana del Ladakh, Sonam
Wangchuck, inventore dell’ice stupa, sta dedicando la sua vita a combattere la
crisi idrica che incombe nelle zone desertiche dell’Himalaya indiano. Per far
fronte al precoce scioglimento dei ghiacciai naturali, che costituiscono una
riserva idrica indispensabile per le coltivazioni dei villaggi, l’idea di Wangchuck
fu quella di realizzare ghiacciai artificiali raccogliendo l’acqua inutilizzata
in inverno, a bassa quota, e formando, grazie ad un sistema di tubazioni, dei
veri e propri coni di ghiaccio che possono resistere senza sciogliersi fino
alla stagione primaverile, permettendo l’irrigazione dei campi. Molti video in
rete, fra i quali il documentario “The Monk, The Engineer and The ArtificialGlacier”, mostrano il processo realizzativo di un ice stupa, che non necessita
di pompe ma sfrutta la sola forza di gravità; nonostante il principio di
costruzione sia semplice, la loro realizzazione richiede notevoli calcoli
ingegneristici e materiali all’avanguardia. Grazie ai fondi del Premio Rolex 2016,
l’ingegnere ladakhi intende realizzare in questi anni fino a 20 stupa di ghiaccio,
ognuno dell’altezza di 30 metri, avviando un programma di rimboschimento nel
deserto. Il progetto di Wangchuk si ispira al lavoro sperimentale di Chewang
Norphel, un collega ingegnere ladakhi, che aveva creato dei ghiacciai
artificiali di forma piatta. Già nel 1937 fu registrato un brevetto di “ghiacciaio
artificiale” dall’inventore statunitense William Waterfall. Oggi molti
ricercatori di tutto il mondo dedicano il proprio lavoro alla comprensione del
global warming, escogitando nuove idee per limitarne i danni.
Concludo
questo blog con una citazione di James Hansen, astrofisico e climatologo
statunitense: “Immaginate un gigantesco asteroide in rotta di collisione
diretta con la Terra. Questo è l’equivalente di quello che ci troviamo di
fronte oggi – il cambiamento climatico – , eppure noi oggi siamo ancora
indecisi nell’agire.”